Pubblichiamo il testo della seconda monografia raccolta da ASSTRA a seguito della pubblicazione del bando che prevedeva la raccolta di testimonianze aziendali relative a temi ritenuti fondamentali per la percezione della qualità del servizio di trasporto pubblico e per l’aumento dei ricavi aziendali.
Aree tematiche della "Raccolta interdisciplinare di monografie":
- Iniziative e soluzioni per la flessibilità dei contratti di servizio;
- Metodologie di customer Survey (focus group, metodi tra clienti fidelizzati, indagini su singoli servizi/prodotti, utilizzo di supporti innovativi);
- Tecniche di lotta all’evasione tariffaria (modalità di contrasto, campagne mirate, gestione dei VTV, esperienze con società esterne, mix di azioni);
- Soluzioni tariffarie profittevoli (dialogo con gli enti di gestione, tariffe mirate per servizi commerciali, tariffe combo con altri vettori);
- Fonti di ricavo alternative (locazioni, pubblicità non convenzionali, partnership, merchandising);
- Pianificazione del servizio come primo fattore di qualità (creare la cultura dell’eccellenza del servizio per sviluppare l’utilizzo di tpl);
- Risorse umane: la motivazione della formazione del personale viaggiante/front-line;
- CRM- Social network e non solo (mailing, targettizazione, profilazione dei clienti, mix di comunicazione su social media, web, app);
- Canali di vendita dei titoli di viaggio: costi e margini di ricavo in un mix articolato e funzionale;
- Contratti pubblicitari;
- I fattori di qualità del servizio di trasporto pubblico locale;
- Customer experience come fattore di qualità centrale nella produzione del servizio.
Oggetto: “Raccolta interdisciplinare di monografie” – Aree tematiche n.3
Titolo: Misure di contrasto all’evasione tariffaria
sul Trasporto Pubblico Urbano della Città di Trento.
Riferimenti autore: Andrea Saltori -Responsabile Servizi Urbani Trentino trasporti S.p.A. Tel.: 0461 031475 E mail: andrea.saltori@trentinotrasporti.it
Trentino
trasporti S.p.A. esercita in concessione la gestione del trasporto pubblico
urbano su gomma e fune nella Città di Trento (oltre che nell’area urbana di
Rovereto e i 10 Comuni limitrofi, bacino dell’Alto Garda, Pergine Valsugana); è
inoltre titolare di concessione per il trasporto pubblico extraurbano su gomma
nell’intera Provincia di Trento e ferroviario sulle tratte «Trento - Malè -
Mezzana» e «Trento - Bassano del Grappa».
Il
solo servizio urbano di Trento produce poco meno di 6 milioni di km/anno per una rete di percorsi serviti che sviluppa
complessivamente 371 km. Nelle fasce
orarie di massimo impiego dell’esercizio invernale scolastico sono
contemporaneamente in servizio 115 turni
bus. Nel 2017 si registrano poco meno di 13 milioni di passaggi, con un incremento del 9% sul traffico 2016.
La
conurbazione servita dalla rete del trasporto urbano su gomma (totale circa
130.000 abitanti) si sviluppa lungo il corridoio di pianura disegnato dal fiume
Adige da nord (Comune di Lavis) a sud (sobborghi di Mattarello e Romagnano,
circoscrizioni del Comune di Trento).
Le 7
linee che coprono le direttrici nord-sud, con frequenze prevalenti di 15’
ciascuna, assorbono il 60% dei passaggi totali, penetrando capillarmente nei
centri più densamente occupati dell’area urbana, sia da agglomerati produttivi
e commerciali che da concentrazioni residenziali, grande parte delle quali,
soprattutto nel settore nord, lungo l’asta di via Brennero, di edilizia
popolare ed agevolata.
Le
altre 12 linee che si sviluppano sulle direttrici trasversali est-ovest, lungo
le pendici collinari della conca della città, a servizio di frazioni più
sparse, si suddividono, con frequenze medie di 20’, la parte rimanente dei
passaggi e non raggiungono i livelli di occupazione ed utilizzo delle linee di
fondo valle, ad eccezione della linea 5 che connette la stazione ferroviaria
della città con il sobborgo collinare di
Povo, sede delle facoltà del polo scientifico / ingegneristico dell’Università
di Trento e dei Centri di Ricerca, linea che, da sola, trasporta il 9% degli
utenti dell’intero traffico pubblico urbano.
Nel
corso degli ultimi decenni, dall’ abbandono
della figura del doppio agente con funzione di bigliettaio e fino ai primi
anni 2000, il fenomeno dell’evasione
tariffaria urbana, misurato su livelli considerati fisiologici e quindi non
emergenziali, in base al rapporto tra passeggeri irregolari sanzionati e
passeggeri contati sottoposti a verifica («evasione assoluta»), è sempre stato
tenuto sotto controllo, adottando le modalità e le pratiche convenzionali in
atto, anche in ambito nazionale, con mantenimento di verifiche a campione da
parte di squadre di 2/3 agenti, con media di 2/3 squadre operative / giorno.
Eccezionalmente,
per zone o per fasce orarie particolarmente problematiche, le squadre venivano
potenziate sia nel numero che nelle modalità di intervento (squadre miste con
supporto delle Forze dell’Ordine locali in borghese).
Era
quindi sufficiente, fino ad allora, mantenere la previsione, in organico, di
una quota variabile di agenti verificatori, oscillata - nei vari periodi - fra
il 3 e il 10% dell’intera dotazione del viaggiante.
Aziendalmente,
poi, quello della verifica non era considerato un costo vivo del servizio,
poichè gli accertatori erano selezionati prevalentemente tra personale di guida
anziano, o per spiccata attitudine alla mansione o, più frequentemente, per
necessità aziendale di reimpiego, a seguito di inidoneità temporanea o
definitiva alle mansioni originarie della guida.
Non sussistendo
incompatibilità tra inidoneità alla guida e mansione di verifica, la
riconversione da autista a verificatore è sempre stata colta come opportunità reciproca,
in relazione alla necessità di mantenimento di livelli costanti di verifica
senza ricorrere a risorse dedicate.
Quella
modalità di contrasto dell’evasione – anche se ora sembrerebbe più appropriato
averla considerata un «contenimento di un
livello minimo di evasione fisiologica, non particolarmente allarmante» -
ha iniziato però, negli ultimi anni, caratterizzati da un visibile incremento della propensione all’abuso tariffario, a
denunciare la sua debolezza. Se allora era idonea, ora iniziava a non esserlo
più, con i tempi che stavano rapidamente cambiando
di pari passo con la composizione della società e dell’utenza dei trasporti
pubblici. Era sufficiente un lieve allentamento della pressione nei
controlli, anche per brevi periodi, determinato, per lo più, da riduzioni
temporanee della disponibilità di agenti accertatori, per rilevare una
immediata corrispondenza nell’incremento
dei dati di evasione.
In
poco tempo, inizia a diffondersi la percezione, confermata dai dati, di una crescita dell’abuso tariffario, che
emerge soprattutto con il disagio dell’utenza regolarmente pagante, espresso attraverso
l’accesso sempre più facile e disponibile ai canali di comunicazione e ai
social media.
Si
prende atto, non soltanto, che la misura reale del fenomeno - prossima a quella
percepita - supera notevolmente quella assoluta, data dal rapporto
sanzionati/controllati, che già, per la natura precaria del conteggio a colpo
d’occhio dei presenti a bordo, tende a sottostimare il tasso di evasione,
sovrastimando con approssimazione per eccesso il numero dei passeggeri contati,
ma che sono entrambe in progressivo
incremento.
Si
deve ammettere di essere alle prese con
un’emergenza e si è consapevoli di dover iniziare subito a contrastare il fenomeno con metodologie nuove
che autorizzino a bloccare l’abuso prima dell’intrapresa del viaggio e non lo
verifichino, semplicemente, sanzionandolo, in corso di utilizzo.
I
verificatori in uniforme sono riconoscibili a vista da terra e tra gli utenti
corre il passa-parola della verifica in corso; l’abusivo intenzionale non sale
a bordo, rinviando il viaggio a transiti successivi su cui è statisticamente improbabile
imbattersi nuovamente nel controllo; con i verificatori in vista, ad inizio
controllo, sono innumerevoli i tentativi di obliterazione istantanea, fuori
tempo consentito: le contestazioni, per questa fattispecie, non sono sempre
efficaci e non vanno sempre a buon fine, è difficile dimostrare
l’intenzionalità e la presenza irregolare a bordo già dalle fermate precedenti;
durante la discussione che si innesca successivamente alla contestazione e
durante la redazione del verbale o l’identificazione, sono numerosi i
passeggeri irregolari, a bordo, che riescono ad eludere il controllo, scendendo
dall’autobus; con squadre di verifica poco numerose è più facile, per l’abusivo,
approfittare delle porte aperte in fermata per scendere, sottraendosi
all’accertamento.
La
sanzione prevista, accompagnata dal verbale di accertamento, per quanto portata
a compimento, dà esito favorevole con il pagamento nei termini previsti, in una
bassa percentuale dei casi: le più rappresentate tra gli evasori della tariffa
sono infatti categorie particolari della società: persone prive reddito e/o di
dimora stabile, tossicodipendenti e/o alcolisti, marginali sociali, nomadi.
Emblematico
il caso di una mensa di beneficienza gestita da religiosi all’interno di un
quartiere residenziale nella prima fascia collinare della città, mèta, negli
orari di distribuzione dei pasti, delle più varie rappresentanze del disagio
sociale urbano: qui si registrano i più
elevati tassi di emissione di verbali di sanzione, ai quali corrispondono dati
quasi nulli di riscossione, oltre che una protesta ricorrente degli utenti
residenti. Difficile e problematico, soprattutto estremamente delicato, anche
l’accertamento nei confronti di minori non accompagnati.
La
compilazione del verbale e l’identificazione del trasgressore presenta
innumerevoli difficoltà operative, l’accumulo delle quali non favorisce
operazioni di accertamento capillari e complete e una misurazione precisa ed
attendibile del fenomeno.
Dall’iniziale
atteggiamento elusivo e dilatorio del trasgressore nel dichiarare i dati e nel
mostrare documento di identità, dai tentativi di contestare il regolare
funzionamento delle obliteratrici, che devono essere confutati istantaneamente
attraverso riprova di obliterazione possibilmente davanti a testimoni, alle
discussioni sulla contraffazione del biglietto cartaceo pluri-obliterato, alla
trascrizione dei dati anagrafici in condizioni non sempre agevoli, copiati da
documenti rilasciati da Stati esteri in lingua e talora in alfabeti originali,
con autobus in movimento, in presenza di sovraffollamento, con illuminazione
precaria nelle ore notturne, alla richiesta del trasgressore, pretestuosa ed improvvisa,
di dover scendere alla prima fermata, alla necessità per l’agente accertatore
di seguirlo, da solo, a terra, a
completare la redazione del verbale, con qualche rischio per l’incolumità
personale, all’eventualità, non rara, di veder fuggire fulmineamente il
trasgressore, spesso giovane e prestante, al rifiuto di firma per accettazione,
allo strappo, in segno di sfida e disprezzo, della copia cartacea consegnata, a
conferma che quella sanzione non sarà mai riscossa.
Non
va sottaciuto, per una analisi serena ed una ricostruzione obiettiva dei
processi che hanno portato ad intraprendere misure drastiche di contrasto, che
le crescenti denunce sull’incremento del tasso di evasione tariffaria nel
servizio pubblico, hanno trovato veicolazione nell’ondata di proteste e denunce
in tema di «insicurezza e degrado», collegate spesso ai fenomeni immigratori ed
è dato di fatto come questa pressione dell’opinione pubblica, abbia favorito ed
accelerato la presa d’atto e l’individuazione e l’assunzione di provvedimenti di contrasto più radicali.
Se è
vero che non sono rare segnalazioni di insofferenza verso l’evasione e le
denunce su abusi tariffari inoltrate da cittadini / utenti immigrati regolari e
stabilizzati, anche come orgogliosa testimonianza di un’integrazione raggiunta,
è altrettanto confermato che la crescita dell’evasione, a cui si è assistito,
ha riguardato prevalentemente gli strati
più disagiati e depressi della società e, statisticamente, i verbali emessi
a carico di cittadini non-italiani superano il 60% del totale.
Non è
più sufficiente accontentarsi di mantenere il tasso dell’evasione assoluta su
livelli sostanzialmente bassi, se comparati alla media del panorama nazionale,
misurati, col metodo non rigorosissimo, come detto, dalla formula
«sanzionati/controllati».
È
necessario individuare nuovi strumenti
sia normativi che operativi per contrastare il fenomeno alla radice: separare
quindi subito la regolarità dall’irregolarità, fin dall’inizio del viaggio.
In
attesa di mettere a punto e rendere operative le nuove disposizioni, si deciso comunque
di potenziare l’attività di verifica e controllo con le modalità convenzionali
in atto; il personale di guida sempre più sensibile al problema (l’autista è il
primo testimone di ciò che avviene a bordo e per ciò prova insofferenza e
fastidio) ha offerto disponibilità a prestazioni straordinarie per la
composizione di squadre «extra quota» da attivare nelle fasce orarie in cui
percezione e dati dell’evasione sono più elevati: serali e festivi. Grazie ad
una veloce fase di reclutamento e formazione e grazie alla collaborazione con
la Polizia Locale della Città, parallelamente interessata al monitoraggio di
attività illecite sospettate di svolgersi anche a bordo dei mezzi di trasporto,
vengono intensificati i controlli con squadre fino a 10 / 12 componenti.
Contemporaneamente,
su altro versante, si avvia la sperimentazione di un prototipo di dissuasore fisico con la finalità di inibire l’accesso all’utente privo di
titolo di viaggio.
L’apparato,
allo stato di prototipo, è stato fornito in esemplare unico, sufficiente quindi
ad equipaggiare un solo autobus, tra gli oltre 130 del contingente che opera su
Trento.
Il
cosiddetto tornello viene installato su uno dei 3 turni macchina della linea
17, Trento-Lavis, allora tra le più afflitte dall’evasione, ma evidenzia
immediatamente carenze, difetti progettuali e di funzionamento, rivelando,
fortunatamente in poco tempo e prima di investimenti impegnativi, che non avrebbe
potuto rappresentare la soluzione.
Nessun
impedimento o resistenza vengono opposti ai trasgressori che, per sottrarsi ad
azioni di validazione / regolarizzazione, violano la lieve pressione delle due
barre a presidio delle porte estreme di salita; ancora più agevole per il
trasgressore violare il divieto di ingresso dalla porta centrale, per assenza
di elemento fisico di sbarramento, imposta per ragioni di sicurezza legate a
necessità di evacuazione rapida, beffando così sia l’autista che gli utenti
disciplinatamente accodati per validare e prendere posto, uno alla volta.
Anche
l’attesa “riprovazione sociale”
derivante dall’attivazione dell’allarme acustico a seguito di forzatura, si
dimostra fattore di deterrenza e
dissuasione assolutamente debole e inefficace.
Una ripetizione
in serie di guasti – che si aggiungono ai fermo-macchina fisiologici del mezzo e
che determinano interruzioni sia della sperimentazione che dei tentativi di
allineamento dell’utenza alla nuova modalità - hanno decretato, in poco meno di
un anno, la fine del progetto, sospensione che si è aggiunta così a quelle già decise
da altre realtà nazionali del trasporto urbano che hanno precedentemente testato
il prototipo ed archiviato il progetto.
A
parte la parentesi del “tornello”, però, l’intensificazione della pressione
antievasione, con il potenziamento del dispositivo di controllo, seppure nelle
modalità tradizionali, è servita solo a mantenere
il fenomeno sotto controllo e a dare, all’opinione pubblica, dimostrazione di
attenzione, continuità e costanza del contrasto, impedendo almeno che i dati
crescessero con progressione geometrica, ma non è stato sufficiente ad incidere
in modo sistematico e permanente sulla riduzione
del tasso di evasione, vero obiettivo della Società e degli Enti
concedenti.
Nel
corso del 2015 è finalmente maturata la decisione di adottare strumenti anche normativi diversi. Per questo, la
Provincia Autonoma di Trento, primo azionista della Società, nel suo ruolo di
controllo, guida ed indirizzo, ha intrapreso un’azione di spinta, introducendo una serie organica di provvedimenti, che giungeranno a completamento per
tappe successive, nel corso del 2018.
Nell’aprile
2015 P.A.T. emette la delibera che prevede l’apertura della sola porta anteriore per la salita, riservando la
centrale alla sola discesa e la posteriore alle sole situazioni di afflusso
eccezionale. Lo fa inizialmente per fasce orarie non-punta, per poi estendere
all’intero arco giornaliero, dopo aver rilevato ricadute del tutto trascurabili
sui tempi parziali di salita a bordo e totali di percorrenza.
Successivamente
vengono approntate modifiche software al sistema di gestione della
bigliettazione, per consentire l’emissione,
da parte dell’autista, direttamente dal posto guida, di un nuovo biglietto in
carta chimica, non ri-obliterabile, a tariffa maggiorata (€2,00), valevole fino
a fine della corsa di rilascio, privo quindi di validità a tempo; la possibilità istantanea di acquisto a bordo
avrebbe levato definitivamente al trasgressore l’alibi: “non ho trovato alcuna rivendita di biglietti aperta” e “l’emettitrice automatica era inceppata”.
Il
provvedimento ha imposto la necessità di progettare e realizzare modifiche
nell’allestimento in retrofitting della
postazione di guida, per ognuna delle marche e tipologie di autobus
rappresentate nel parco in dotazione, con ampliamento della struttura in
plexiglas a protezione dell’autista, predisposizione di idonea “vaschetta” tipo
sportello di biglietteria, per la raccolta del denaro.
In
parallelo viene condotta, per alcuni mesi, una complessa ma proficua trattativa sindacale, in esito alla quale,
l’accettazione dei nuovi provvedimenti e la collaborazione piena del personale
di guida sarebbero state subordinate ad alcune condizioni riferite
principalmente alla garanzia di maggiore
sicurezza e tutela per l’autista (oltre a quelle economiche, recepite
peraltro dall’accordo nazionale del 28 novembre 2015 di rinnovo del C.C.N.L.).
Nel
corso del 2016 si provvede quindi alle operazioni tecniche di spostamento degli
apparati di obliterazione e validazione già presenti in prossimità della porta
anteriore, in posizione ancora più avanzata, affinché possano essere sotto il diretto controllo visivo dell’autista,
dal momento in cui avrebbe iniziato ad assumere anche le funzioni di primo
controllore degli ingressi.
Si
provvede poi a dotare di videosorveglianza
integrale interna anche i mezzi meno recenti non ancora equipaggiati di
fabbrica.
Si
introduce la disposizione al personale di interruzione della corsa (o il suo mancato avvio in caso di capolinea di
partenza) in presenza di rifiuto a
regolarizzare attraverso l’acquisto del biglietto venduto a bordo: conseguenza
immediata del rifiuto all’acquisto è la rinuncia
al servizio e l’abbandono dell’autobus; a seguito di prolungata resistenza
è inevitabile la richiesta di intervento
delle Forze dell’Ordine. Proprio questo aspetto costituisce l’elemento più
innovativo e distintivo dell’intera operazione di contrasto all’evasione.
Per
accompagnare l’affermazione delle nuove misure,
soprattutto nelle prime settimane di introduzione su nuove linee o su gruppi di
linee, si è poi ripristinato il dispositivo dei verificatori, nel frattempo fisiologicamente
ridimensionatosi, selezionando e formando nuovo personale, in funzione
certamente ancora repressiva e sanzionatoria dei casi residui di recidiva,
legata soprattutto ad abuso della salita vietata dalla porta centrale, ma
soprattutto di divulgazione nei
confronti dell’utenza e di assistenza all’autista, funzioni temporanee e
transitorie, destinate ad estinguersi via via, con l’entrata delle nuove disposizioni nell’uso comune.
Per
consentire la graduale esecuzione delle lavorazioni e delle modifiche tecniche
sui mezzi è stato necessario mettere in atto il provvedimento con gradualità.
L’approccio graduale si è rivelato anche utile
opportunità, per monitorare poco alla volta, l’assestamento delle misure, la compliance
del cliente / utente, le variazioni del tasso di evasione parziale per
linea, eventuali ripercussioni sui tempi di percorrenza che, in un periodo lungo
più di un anno, laddove si sono evidenziate, sono state misurate nell’ordine di
una manciata di secondi, del tutto trascurabili, se comparate con situazioni
omologhe di pari periodi, anteriori all’adozione delle nuove misure.
Le
tappe hanno riguardato, a partire da novembre 2016, inizialmente 2 linee a
tasso di utilizzo medio/basso, benché con propensione medio/alta all’evasione.
Hanno
fatto seguito 3 tappe successive con l’estensione ad 1 nuova coppia di linee
ciascuna.
Lo stress-test decisivo è stato poi effettuato
con l’inizio del servizio estivo 2017, con l’estensione alla linea 3, una delle
più lunghe, complesse, frequenti, utilizzate ed impegnative, sia per assorbimento
di risorse che per la composizione variegata dell’utenza prevalente, che per il
ricambio rapido di tipologia di utente ad ogni tratta successiva del percorso.
Anche da
questo test è arrivata, in poche settimane, la “luce verde” a proseguire nell’estensione delle misure fino a sostanziale
completamento dell’intera “rete forte”, raggiunto in blocco unico, con tutte le
linee rimanenti, con l’inizio della stagione di esercizio estiva 2018.
Sono ancora
escluse, al momento,
·
la già
citata linea 5 (6% delle percorrenze complessive per il 9% del traffico
passeggeri), caratterizzata peraltro da prevalenza di abbonamento studenti
universitari, con l’evasione assoluta totale 2017 all’1,16%, scesa allo 0,36%
del 2018, a dimostrazione dell’efficacia trainante delle nuove misure di
contrasto anche per le linee sulle quali non sono ancora direttamente applicate
·
2
linee circolari minori A e B a domanda debole, con minibus da 8 m. (cumulativamente
meno del 4% delle percorrenze complessive per meno del 3% del traffico
passeggeri): emblematica anche per le 2 linee minori la dimostrazione dell’effetto trainante indotto dalle nuove
misure: 1,56% e 1,67% rispettivamente nel 2017 e 0,32% e 0,83% nel 2018!
In
sintesi le misure adottate sono le seguenti:
·
Salita
dalla sola porta anteriore con il titolo di viaggio pronto in mano; porta
posteriore chiusa e divieto salita porta centrale
·
Immediata
dimostrazione di validazione – obliterazione – regolarizzazione – consenso
·
In assenza
di titolo valido, possibilità di acquisto a bordo di biglietto a tariffa fissa
di € 2 direttamente dall’autista (a cui spettano € 0,70 per ciascun biglietto
venduto)
·
In
caso di rifiuto all’acquisto, rinuncia alla corsa e abbandono dell’autobus; in
caso di reiterato e protratto rifiuto l’autobus si ferma e non riparte
·
Successivamente
richiesta intervento controllori e/o Forze dell’Ordine
Modifiche
strutturali:
·
Spostamento
validatrice anteriore
·
Potenziamento
protezione posto guida con nuove paratie in plexiglas (+ vaschetta sportello
cassa)
·
Videosorveglianza
sempre attiva
Quello
raffigurato nel grafico sottostante è l’andamento
del tasso di evasione assoluta misurato dal 2007 al 2018.
·
Il
dato stabilizzato 2007 era di 5,34 evasori sanzionati su 100
passeggeri presenti contati.
·
Il
dato stabilizzato 2017, rilevato con medesima metodologia, è stato dell’1,45%.
·
Il
dato parziale ad agosto 2018, rilevato con medesima metodologia, è dello 0,70%.
Tutti i soggetti interessati possono inviare via e-mail la monografia in formato pdf, scritta con carattere: Arial, corpo: 12 per una lunghezza minima di 3 pagine e massima di 5 al seguente indirizzo: scalfaro@asstra.it.
Le e-mail dovranno avere, come oggetto, la dicitura “Raccolta interdisciplinare di monografie”.
Si specifica che la monografia dovrà contenere:
a) Oggetto: “Raccolta interdisciplinare di monografie” – Area tematica n. ……..
b) Titolo della monografia
c) Riferimenti anagrafici dell’autore/i: Nome, Cognome, Ente di appartenenza, Telefono, Cellulare, E-mail.
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