Come ben noto, il trasporto su strada incide
significativamente (circa il 30% - dato INEMAR calcolato sulla Provincia di
Brescia) sull’emissione di agenti inquinanti e, in particolar modo, sulla
produzione di ossidi di azoto (NOx), monossido di carbonio (CO), anidride
carbonica (CO2) e polveri sottili (PM10 e PM2.5). Diversamente da quanto si possa pensare, però, il
trasporto pubblico locale, urbano ed extraurbano, pesa assai poco in termini di
inquinamento atmosferico (circa il 13% del totale del trasporto), mentre ad incidere
in modo maggiore sono i mezzi privati (81-2%). Nonostante questo, molto si può
fare e si deve fare per rendere il trasporto pubblico più sostenibile, anche tenendo
conto del fatto che, oggi, in Italia il 71% del parco autobus urbano e il 99%
del parco autobus extraurbano è alimentato a gasolio. Il Gruppo
Brescia Mobilità ha da tempo deciso di investire nel metano, scegliendolo come
alimentazione green per le proprie
flotte, confortato dal fatto che sia Ministero che Regione Lombardia equiparano
il metano al full electric nella contribuzione per i mezzi ecologici. Il metano, pur oggi ancora poco
considerato dalle aziende di trasporto pubblico come opzione interessante
(rappresenta il 27% delle flotte urbane e solo l’1% delle flotte extraurbane), costituisce
invece una soluzione assai valida in grado di coniugare sostenibilità, qualità
e risparmio: i benefici ambientali derivano dalla riduzione massiva delle
emissioni rispetto ai mezzi tradizionali tale da avvicinarsi, in una
valutazione complessiva “from well to wheel”, ai mezzi ad emissioni zero, mentre
i significativi benefici economici sono dovuti al minor costo rispetto al gasolio
cui si sommano risparmi in manutenzione; infine le minori vibrazioni ed il
rumore contenuto rendono di maggiore qualità la sensazione di viaggio e
l’impatto sull’ambiente esterno. Grazie al
gas naturale vengono eliminati completamente dai fumi dei motori il piombo, lo
zolfo ed il particolato, elementi che non esistono all'origine nel carburante.
Le attuali tecnologie motoristiche consentono inoltre di minimizzare, con il
metano, le emissioni di ossido di carbonio e di ossidi di azoto, mentre gli
idrocarburi incombusti allo scarico sono costituiti prevalentemente dallo stesso
metano, che non contribuisce alla produzione di smog.
Emissioni
inquinanti derivanti da metano e gasolio a confronto
Ad oggi il metano si rivela, quindi, per tanti
versi più valido ed attuale rispetto ad altre fonti “virtuose” di alimentazione,
che sono o ancora in via di sviluppo (è il caso dell’idrogeno, che per alcuni
sembra rappresentare probabilmente il futuro ma è ancora ad uno stadio di
elaborazione tecnologica e funzionale precoce) o non ancora sufficientemente
affidabili o efficaci (l’elettrico, che presenta ancora molti problemi di
gestione e manutenzione, non è adeguatamente performante sui chilometraggi medi
delle flotte in servizio, ed è ancora oggi particolarmente costoso).
BRESCIA
TRASPORTI
Brescia Trasporti, la società che gestisce il
trasporto di area urbana della città di Brescia e dei 14 comuni limitrofi, è
stata pioniera nella sperimentazione, prima, e nella scelta, poi, del metano: la
prima linea di autobus a metano nacque oltre 30 anni fa, nel 1986. Da allora,
Brescia Trasporti ha continuato a prendersi cura dell’ambiente, utilizzando
tecnologie all’avanguardia e rinnovando costantemente il proprio parco mezzi
con l’obiettivo imperativo di convertirlo interamente al metano. Per inciso va
detto brevemente – pur sapendo che questo tema, da solo, meriterebbe un
approfondimento specifico - che quando si tratta di innovazioni importanti nel
campo dei trasporti (in particolare sui mezzi) non è opportuno procedere in
modo disorganico, ad esempio inserendo mezzi con tipologie di alimentazione
diversa in un’unica flotta, bensì bisogna ragionare con un approccio sistemico,
sviluppando un progetto completo ed integrato: nel caso della definizione delle
politiche di alimentazione dei mezzi si tratta dunque di pensare, progettare e
realizzare un “sistema” che risponda al meglio alle esigenze ambientali ma
anche alle necessità aziendali di efficienza ed efficacia, coinvolgendo e
valorizzando interamente le varie aree aziendali. Quali le esigenze alla base del progetto? 1. diminuzione
drastica degli inquinanti (coerente con le tecnologie disponibili e affidabili del
tempo); 2. migliore qualità di viaggio (meno vibrazioni e meno rumore); 3. autonomia
sufficiente di un autobus all’esercizio giornaliero; 4. velocità di
rifornimento della flotta paragonabile al gasolio; 5. completo rientro
dell’investimento con risparmi economici significativi nel medio periodo; 6.
messa al riparo del bilancio aziendale dalle repentine e ripetute fluttuazioni
del costo del gasolio dovute all’andamento del prezzo del petrolio. Nel 2000 è iniziata la prima graduale sostituzione
della flotta, mentre nel 2001 è stato realizzato l’impianto dedicato di compressione
e distribuzione metano. Inizialmente l’impianto era costituito da due
compressori ed una colonnina a due erogatori, ma nel 2006 è stato ampliato fino
a raggiungere l’attuale configurazione: 3 compressori con uno stoccaggio
costituito da 100 bombole di gas (per un totale di 1520 kg), che si trovano in
locali interrati, dove può accedere esclusivamente personale autorizzato e
addetto alla manutenzione; 2 colonnine con 4 erogatori nella zona distribuzione
carburanti, dove vengono riforniti i mezzi; 3 impianti frigoriferi, sempre
nella zona di distribuzione carburanti, che servono a ridurre la temperatura
del gas compresso, al fine di consentire un rifornimento completo dei mezzi
garantendo una maggiore autonomia.
L’impianto è stato concepito per rifornire gli autobus
nel minor tempo possibile (circa 10 minuti per autobus): i compressori sono infatti
caratterizzati da una elevata portata (1050 std m³/h) e potenza (200 kw).
Attualmente a Brescia non esiste impianto stradale in grado di competere con
quello presente a Brescia Trasporti, unico nel suo genere per tempi di
rifornimento ed efficienza. Nel corso del 2017 sono stati introdotti in
servizio 23 nuovi bus a metano, portando i bus alimentati a metano all’80%
della flotta (al 90% se si considerano i km percorsi). Altri 20 bus sono stati
presentati a fine maggio 2018, raggiungendo lo storico risultato di una flotta
su strada metanizzata al 100%. Per il 2019 è prevista la sostituzione dei primi
modelli a metano acquistati al fine di ringiovanire ulteriormente la flotta, in linea con la
politica attuata dal Gruppo che punta non solo al rispetto dell’ambiente ma
anche al comfort di viaggio per i passeggeri e ad una età media del parco in
linea con gli standard europei. La progressiva metanizzazione della flotta di
Brescia Trasporti ha inciso in modo importante sulla riduzione
dell’inquinamento atmosferico: con un parco mezzi al 100% a metano, in un anno,
si genera una riduzione del 56-66% dei principali fattori inquinanti (in
particolare: -67,8% NOX, -61,5% CO, -68 HC, -57,5% PM) rispetto ad una analoga
flotta a gasolio di corrispondente età. In termini economici e finanziari, la
metanizzazione del parco mezzi ha portato anche significativi vantaggi
economici all’azienda, con un risparmio di oltre 26 milioni di euro in 12 anni (a
fronte dell’introduzione graduale dei bus) ed un risparmio che si attesta oggi
a circa 3 milioni di euro/anno di minor costo di carburante, oltre alla forse
poco eclatante ma assai importante – sotto il profilo manageriale – messa al
riparo dei bilanci dalle repentine fluttuazioni del costo del gasolio (come sta
avvenendo oggi).
Confronto
tra costi carburante e gasolio.
APAM MANTOVA
Molto più recente è il progetto di metanizzazione sviluppato
da parte di APAM Esercizio, la società che gestisce il trasporto urbano ed
extraurbano di Mantova e provincia, che, tramite NTL – Nuovi Trasporti
Lombardi, la società pariteticamente di Brescia Mobilità e ATB Mobilità, fa
parte della galassia societaria del Gruppo: la nuova sfida del progetto di APAM
sta nell’estensione del metano anche alle linee extraurbane, tra le prime in
Italia. Il progetto di metanizzazione di APAM, presentato
nella primavera 2017, prevede che nell’arco di tre anni venga realizzato un
nuovo impianto di rifornimento a metano e che vengano introdotti nella flotta
59 nuovi autobus (41 bus urbani e 18 extraurbani) alimentati a metano, che
porteranno a coprire il 65% della flotta urbana e il 10% di quella interurbana.
Per il futuro, nel medio periodo, si prospetta una flotta urbana al 100% a
metano e una flotta extraurbana al 30% a metano. Il progetto è già ben avviato: il 25 maggio 2018
sono stati presentati 22 nuovi autobus, di cui 12 a metano (7 interurbani e 5
urbani), grazie ai quali l’età media aziendale del parco mezzi è scesa a 8,35
anni. Complessivamente la società investirà oltre 10 milioni
di Euro (di cui solo il 25% finanziati e il 75% in autofinanziamento) per il
parco mezzi a metano e 1,7 milioni di Euro per la creazione dell’impianto di
rifornimento per il trasporto pubblico e per i privati. Si prevede che il costo
dell’investimento sia completamente ripagato in meno di 10 anni grazie ai
minori costi per l’acquisto del carburante e per la minore manutenzione dei
mezzi nuovi. E’ inutile soffermarsi a ripetere l’enorme importanza ambientale
del progetto, primo caposaldo delle scelte strategiche della società.
LA NUOVA FRONTIERA: IL BIOMETANO
Entrambe
le società sono già proiettate verso il futuro del metano, ovvero il biometano
ricavato dal trattamento della raccolta della FORSU, Frazione Organica dei Rifiuti
Solidi Urbani. Il biometano è un gas che contiene almeno il 95% di
metano ed è prodotto da fonti rinnovabili, in quanto derivante dal biogas
prodotto dalla digestione anaerobica di biomasse in seguito alla decomposizione
dei rifiuti o dal gas derivante dalla gassificazione delle biomasse. Grazie
alla perfetta circolarità del processo produttivo, il biometano consente di
ridurre ancora di più l’impatto sull’ambiente.
Grafico che
mostra l’economia circolare del biometano.
Si punta quindi all’utilizzo delle biomasse
derivate dalla raccolta differenziata quale fonte per la produzione di metano
da impiegare sui bus. Il biometano costituirebbe un grande vantaggio per la sua
rinnovabilità e autosufficienza energetica, per la sua sostenibilità e per la
sua compatibilità, perché utilizzabile nei veicoli a gas naturale e perché
inserito nel sistema di distribuzione del gas naturale senza aggravi di costi. In tema di biometano, il 2 marzo 2018 è stato
pubblicato il decreto ministeriale
che ne promuove l’utilizzo in special modo per il settore dei trasporti,
e Brescia Trasporti ha già in essere una partnership con A2A e APAM con Tea, le
multiservizi energetiche delle rispettive città, per la produzione e l’introduzione
del biometano da FORSU come carburante ancor più ecosostenibile - in un circolo
virtuoso di economia circolare delle città - per i mezzi a metano delle società. Per dare qualche riferimento numerico, l’impianto
previsto a Brescia e la quantità di FORSU prodotta e raccolta saranno in grado
di produrre 8.000.000 m³ (circa 5.4 milioni di kg) di biometano all’anno, una
quantità perfettamente in grado di alimentare fino a 240 autobus, ovvero proprio
quanto richiesto dalla flotta di Brescia Trasporti. Il metano non è l’elettrico, oggi frontiera opaca e
desiderio di tante Amministrazioni, ma ha saputo dare, sta dando e potrà
continuare a dare risultati concreti importanti, in termini ambientali,
qualitativi ed economici, soprattutto in un settore dove la “coperta corta” rischia
veramente di tarpare le ali ai legittimi e giusti sogni in tema di politiche
green.
di Marco Medeghini
articolo già pubblicato su TP- Trasporti Pubblici- 7/8 2018, bimestrale ufficiale di ASSTRA
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