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La parola al Ministro Toninelli



Dopo alcuni mesi di stop riprende l'attività del blog ufficiale di ASSTRA con la pubblicazione dell'Intervista di Maria Antonietta Argilli al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti,  Danilo Toninelli.



- Ministro, lei ha dichiarato di recente che il trasporto pubblico locale è la sfida attuale da affrontare subito per il suo ministero. Qual è l’indirizzo che intende dare per risolvere i problemi e dare sviluppo al settore?

Investimenti nella qualità del servizio che significa più corse, più puntualità dei mezzi e maggiore comfort a bordo. Senza dimenticare l’intermodalità e la tecnologia che può aiutare molto il Tpl italiano, penso soltanto a certe app o servizi che si basano sugli Open Data.

- Il settore del TPL è stato oggetto negli ultimi 20 anni di una infinita serie di interventi normativi per riformarne il quadro normativo. Il risultato è stato un livello altissimo di incertezza normativa che alla lunga ha fatto male alla qualità del servizio e non è servito ad introdurre una concorrenza equa. Oggi, tra norme europee e nazionali la situazione sembrerebbe in linea di massima stabilizzata e chiara. Pensa di dover intervenire ancora sul quadro normativo del settore TPL?

Allo stato attuale abbiamo un quadro normativo del Tpl che si è in qualche modo stabilizzato con l’istituzione del Fondo nazionale nel 2012. Tuttavia, il raffronto tra i dati nazionali ed i dati europei ci dice che la programmazione del Fondo va migliorata. Non è andato in questo senso l’articolo 27 della manovra correttiva varata dal Governo Gentiloni, che in materia di Tpl ha radicalmente modificato le procedure di stabilizzazione del settore applicate da circa 4 anni, con norme sulla cui applicabilità sussistono forti perplessità anche a livello regionale. E questo rischia di generare ritardi nel processo ormai consolidato di ripartizione ed erogazione del Fondo nazionale, con effetti negativi sulla regolarità e continuità dei servizi. Per evitare questo effetto si potrebbe ragionare, in accordo con le Regioni, su una strategia che preveda, prima di tutto, di continuare ad applicare le procedure consolidate utilizzate negli ultimi quattro anni per la ripartizione ed erogazione del Fondo. Faremo poi una valutazione circa l’opportunità di applicare per una quota del Fondo i costi standard. 

- Sul versante delle risorse e nell’ottica di penalizzare le scelte di gestione in-house, l’attuale normativa per la ripartizione del Fondo nazionale Trasporti penalizza le società in-house con una decurtazione del 15% delle risorse del Fondo. Un approccio di questo tipo corrisponde alla sua visione di sistema per il TPL?

Per noi l’in-house non è da condannare a prescindere. Il mercato e la concorrenza possono dare valore aggiunto nella generalità dei casi, ma non sempre è così. E anche nel pubblico può esserci efficienza delle prestazioni, coniugata a tariffe sostenibili per l’utenza.

- Pensa di intervenire sul Fondo nazionale Trasporti per dare un maggior impulso al settore pubblico stabilizzandone le risorse tramite l’indicizzazione annuale del Fondo allineandolo alla crescita del costo della vita?

E’ un’ipotesi su cui sono ancora in corso valutazioni di fattibilità. L’indicizzazione del Fondo, infatti, completerebbe il processo di stabilizzazione garantendo uno stanziamento di “valore” costante nel tempo. Su un intervento di questo tipo potrebbero esserci perplessità, legate ai saldi di bilancio, da parte del ministero dell’Economia, ma ovviamente è interesse del mio dicastero dare il maggior supporto possibile al miglioramento del Tpl.

- Gli scioperi nel settore sono un problema che si trascina da almeno 18 anni, dal momento cioè dell’ultimo aggiornamento della legge 146/1990. Una legge che mostra il fianco e lascia aperta la porta a sigle sindacali con pochissima rappresentatività in grado però di bloccare il servizio a danno di una intera cittadinanza. È nell’agenda del suo ministero mettere mano alla riforma della legge 146?

La libera associazione sindacale è garantita dalla Costituzione e io non potrò che difendere sempre la democrazia sui luoghi di lavoro. Certo, qui ci sono diritti diversi da contemperare: da una parte le prerogative dei lavoratori e dall’altra la tutela di chi deve spostarsi. Penso ad esempio all’impatto particolarmente importante sul trasporto, con casi di metropolitane che vengono chiuse per ore a fronte anche di un numero esiguo di partecipanti allo sciopero. Si sta facendo una riflessione sulla possibilità di riattivare o meno i tavoli tecnici per una eventuale soluzione.

- Infine ci sono i pendolari che ogni giorno viaggiano sulle linee ferroviarie ex concesse, oltre 3500 km di rete tra linee connesse e isolate. Sono imprese ferroviarie diverse dal mondo di Fs che tuttavia hanno un peso notevole sulla mobilità territoriale. Come pensa di intervenire per questo specifico settore?

La prima questione di cui mi sono voluto occupare dopo l'anticorruzione e la trasparenza, una volta arrivato al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è stata proprio quella dei pendolari e delle tratte regionali che con più difficoltà si stanno adeguando agli standard più moderni di efficienza e sicurezza. Da settembre farò un tour a livello nazionale, sui treni e i binari che marciano male, e andrò a chiedere ai governatori, laddove non ci siano le condizioni neanche temporali per adempiere alle norme minime di sicurezza, di trasferire a Rete ferroviaria italiana (cioè allo Stato) la gestione dei binari, non dei treni che ci marciano sopra che rimarranno di competenza della Regione. Perché oggi la sicurezza di Rfi è più alta di quella dei binari gestiti da alcune regioni.

- Un tema quanto mai urgente ed essenziale per il TPL è l’utilizzo delle innovazioni tecnologiche, quali la digitalizzazione, la geolocalizzazione dei mezzi, le telecamere a bordo, la bigliettazione elettronica, ecc.  per le ricadute sulla sicurezza , la lotta all’evasione tariffaria e la qualità del servizio.  Qual è la sua visione in merito allo sviluppo tecnologico nel TPL?

Ne facevo cenno prima. La tecnologia, nel rispetto della privacy delle persone, riveste un ruolo fondamentale su tre direttrici: rendere più comoda e sicura la fruizione del Tpl; aiutare la lotta all’evasione; aprire il Tpl a nuove fasce di pubblico, penso ai giovanissimi che hanno grande dimestichezza con gli smartphone e le app.  Costituisce chiaramente un miglioramento della qualità del servizio.

- Uno dei nodi del settore sono gli investimenti. Il Piano strategico della mobilità sostenibile ha aperto una stagione di svecchiamento della flotta autobus nazionale dopo anni di stallo che hanno avuto come conseguenza un parco autobus italiano con una età media di 12 anni contro una media europea che è intorno a 7 anni. Qual è la sua visione in questo ambito?

Bisogna assolutamente puntare in modo deciso su questa direttrice e implementare le risorse. Le nostre città, soprattutto le medie e grandi, sono stritolate dal traffico e dallo smog. Il mio ministero farà il possibile per contribuire allo svecchiamento delle flotte e per avvicinarsi a un parco mezzi il più possibile a zero emissioni.


di Maria Antonietta Argilli
intervista già pubblicata su TP- Trasporti Pubblici- 5/6, bimestrale ufficiale di ASSTRA  


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